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Era una di quelle notti

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Era una di quelle notti
in cui percepisci il respiro del mondo, il tuo respiro nel mondo,
come un'eco che risuoni
in ciò che ti circonda
e rimbombi poi nel silenzio
delle stelle, che pure, esse, respirano,
e ad ogni respiro s'allontanano
e s'avvicinano, nell'anima divorando le nuvole;
annullando le distanze in tuoni e fulmini
ed ogni nesso causale tra di essi.
E questo avviene ad ogni rintocco di tempo,
che va all'unisono col croccare
dello zoccolo dell'asino sul selciato;
oh, e quell'onda d'urto ne ritorna!
Si concentra sul tuo ventre, che s'indurisce,
e pieghi la testa all'indietro,
ogni cosa è avvolta dal profondo buio
di un immobile cielo terso.
Dalla terra s'alza la brezza,
leggera e gelida ti solleva il velo
dai capelli, aiutando la perla a scorrere,
sudore che va a sostare sul solco della fronte,
che hai aggrottato per contenere il dolore.
Ferma, sotto la luce oscillante della lanterna,
ad occhi chiusi, vieni ferita ancora,
dal calcolato,
dal simulatamente rammaricato,
dal freddo ed egoistico,
ennesimo "No", ma poco più in là
percepisci esclamazioni
ricche d'attesa vitale,
di qualche pastore " E' lì la cometa!".
Tuo figlio, stanotte, verrà,
ed esattamente come in questo momento,
incontro verrà al rifiuto, oppure all'adorazione.
Solo con te l'autentico incontro.
Solo a te, da adesso, il compito sublime,
inverosimile, di accudirlo, nella carne,
senza pretese e senza offese;
di essere ristoro e rifugio,
tra le braccia e il seno,
nel contatto pelle a pelle, sangue a sangue,
da dolore a gioia, da umano a divino.
Amore carnale e senza cupidigia,
come da madre a figlio,
come da figlio a madre.

 Klara Rubino - 24/12/2015 10:02:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Ciao, grazie, buona giornata, sopratutto oggi e domani, ovvero, Buon Natale!
Quando hai tempo, magari dimmi fosa non ti ha convinto, apprezzo i tuoi suggerimenti e mi fa sempre piacere riflettere sulla mia scrittura, che essendo istintiva, spesso mi genera errori che sono per me spunto di riflessione.

 Ferdinando Battaglia - 24/12/2015 06:05:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

C’è una forza in questa poesia, che diventa bellezza. Si vede in filigrana la scrittura tutta al femminile: donna e madre nell’esperienza della vita.
Alcune scelte lessicali non mi convincono, parole che, a mio modesto parere, nel contesto stridono e appaiono già imptoetiche. Ma sono "impurità" minime rispetto al testo.
Lettura imprevista, non annunciata dal titolo; narrazione della Natività con immagini così vere e così radicalmente "carnali" (nel senso specificato dentro la poesia: senza cupidigia).

Buon Natale

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